Ho 27 anni e oltre ai calcoli alla cistifellea, mi è stata diagnosticata anche idronefrosi nel rene destro, 2 cm AP (qualunque cosa significhi). Secondo la descrizione dell'ecografia, non ci sono pietre lì. Vorrei sapere come si presenta il trattamento in questa situazione e se il parto naturale non peggiorerà la mia salute. Per questo motivo non ho dolori di stomaco o problemi ai reni.
L'idronefrosi deve essere valutata sulla base di due test: ecografia e scintigrafia. L'esame ecografico, sicuro durante la gravidanza, ci informa sull'allargamento del bacino e l'assottigliamento dello strato parenchimale del rene. Un'ecografia una tantum che mostra la dimensione del bacino AP di 2 cm mostra solo che qualcosa sta accadendo al rene e dobbiamo aumentare la nostra vigilanza. L'allargamento di 2 cm è piccolo e praticamente non si dovrebbe parlare di idronefrosi, ma piuttosto dell'allargamento del bacino, soprattutto se non è accompagnato da un assottigliamento della corteccia renale. In gravidanza, l'idronefrosi del bacino di uno dei reni può essere causata dalla pressione sull'utero gravido. Due o tre volte l'esame ecografico che mostra un aumento costante delle dimensioni del bacino indica lo sviluppo di idronefrosi e quindi, in combinazione con altri sintomi emergenti, possiamo considerare il trattamento chirurgico. Il secondo test che ho citato - la scintigrafia renale - fornisce informazioni sul grado di danno al parenchima renale e sullo svuotamento delle urine del bacino. Riassumendo: una buona funzionalità renale in un esame scintigrafico, anche con svuotamento ridotto del bacino, e dilatazione del bacino di 2 cm nella dimensione AP, in assenza di sintomi, infezioni delle vie urinarie, non è un'indicazione per il trattamento chirurgico, ma solo l'osservazione. Sfortunatamente, la scintigrafia non può essere eseguita durante la gravidanza.
Ricorda che la risposta del nostro esperto è informativa e non sostituirà una visita dal medico.
Lidia Skobejko-WłodarskaUno specialista in urologia e chirurgia pediatrica. Ha ottenuto il titolo di specialista europeo in urologia pediatrica - borsista della European Academy for Pediatric Urology (FEAPU). Da molti anni si occupa della cura della disfunzione vescicale e uretrale, in particolare della disfunzione vescico-uretrale neurogena (vescica neurogena) in bambini, adolescenti e giovani adulti, utilizzando non solo metodi farmacologici e conservativi, ma anche metodi chirurgici. È stata la prima in Polonia ad avviare studi urodinamici su larga scala che consentono di determinare la funzione della vescica nei bambini. È autore di numerosi lavori sulla disfunzione della vescica e sull'incontinenza urinaria.